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La preparazione di un viaggio

Aggiornamento: 14 feb 2023





Tra le tante cose belle di fare un lavoro come il nostro c’è quella di pensare a nuovi territori da proporre. Il nostro tempo è anche dedicato a leggere, sfogliare riviste, leggere articoli. Questi sono alcuni degli ingredienti utili per farsi stimolare. Ma non sono gli unici. La curiosità e la fantasia sono altri fondamentali elementi che non trovi su libri o riviste.

E così un’idea lasciata sopita per anni nella nostra testa riemerge, quasi inconsciamente, e rivela un luogo che non pensavi proprio; o che appunto, ti eri dimenticato.

Inizia così una fase di ricerca di materiali nel web, letture sparse di articoli di siti conosciuti ma anche di blogger o viaggiatori occasionali. Leggere tra le righe le loro sensazioni, come hanno vissuto quella vacanza o quel viaggio, iniziare così a immaginarsi i luoghi, i territori, gli incontri possibili.

Si fantastica, si immagina, e piano piano prende forma l’idea del viaggio, di come potrebbe essere, degli itinerari da proporre, delle realtà da visitare. Delle caratteristiche del territorio da far emergere.

Anche se poi, l’unica vera certezza te la dà il viaggio che fai la prima volta in quel luogo. Un viaggio non basta mai, ovviamente. Bisogna tornarci, più volte. Scoprire i luoghi che meritano, i sentieri che si dispiegano lungo la costa, bussare a porte, conoscere le strutture che accolgono con semplicità ma calore, i ristoranti che non ti vedono solo come un turista o cliente, ma come una persona che sta cercando un piacere, un ascolto, l’essere accolto.

E la cosa che fa la differenza sono gli incontri con le persone. Un luogo diventa vero, reale, concreto se l’incontro con gli abitanti è bello, reale, concreto. Un territorio, seppur bello, senza l’anima delle persone che lo abitano, resta un museo a cielo aperto, statico, che non comunica. Un luogo di cui non ti innamori. E che non riuscirai mai a proporre ad altri.

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