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Gli agrumi del Gargano

silviacamagni



Siamo seduti in un giardino di agrumi nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, circondati dal profumo intenso di arance e limoni. Incontriamo Pio Di Giorgio, Presidente della Slow Food Gargano Aps, che si è reso disponibile a raccontarci la storia dell’Oasi Agrumaria e dei suoi Agrumi del Gargano Presidio Slow Food, patrimonio di biodiversità e culturale unico.



Come nasce l'idea di proteggere gli Agrumi del Gargano attraverso Slow Food?


Slow Food ha abbracciato da qualche anno anche l'obiettivo della tutela della biodiversità, promuovendo l'agricoltura equa e sostenibile. Il progetto dei Presidi Slow Food è stato avviato nel 2000, ma già negli anni '90 avevamo capito l'importanza di salvare la biodiversità alimentare. Gli Agrumi del Gargano, l’arancia e il limone, nelle loro varietà presenti nell’Oasi Agrumaria, estesa per circa 1000 ettari, posta nell’agro dei Comuni di Ischitella, Rodi Garganico e Vico del Gargano, rappresentano un tesoro che merita di essere protetto.


Quali sono le varietà di agrumi più rappresentative del Gargano e come vengono utilizzate?


Abbiamo l'arancia Duretta, che matura anche prima di Natale, il Biondo che si conserva dolce e succoso fino a maggio, e il Melangolo, l'arancia primigenia, rossa agrodolce. Il limone Femminello è la varietà più antica d'Italia e si raccoglie quasi tutto l'anno nelle sue diverse varietà come a Scorza Gentile (Lustrino) e Oblungo (Fusillo). Con questi agrumi, i produttori del Presidio Agrumi del Gargano preparano ottime marmellate, succhi, aranciate, limonate, canditi e liquori.


Come è cambiata la situazione degli agrumeti del Gargano nel tempo?


Un tempo gli agrumi del Gargano erano esportati in tutto il mondo. Dopo la crisi agricola del primo dopo guerra molti “giardini”, gli agrumeti, vennero sempre più abbandonati. Nel 2001 grazie alla costituzione del Consorzio di Tutela dell’Arancia del Gargano e del Limone Femminello del Gargano, e con il sostegno di Slow Food, questi agrumi hanno ottenuto il marchio IGP e si sta provando a rilanciarne la produzione. I “giardinieri”, gli agricoltori dell’Oasi Agrumaria, sono veri e propri architetti della natura, veri eroi dei nostri tempi e la loro tenacia è fondamentale per la cura di questo patrimonio.

 

Qual è il ruolo del Parco Nazionale del Gargano in questo contesto?


Il Parco Nazionale del Gargano doveva essere l’ente che avrebbe dovuto sostenere il recupero produttivo e paesaggistico degli agrumeti, ma il sostegno economico da qualche anno si è fermato. L'Oasi Agrumaria, posta all'interno del Parco, è un'area unica dove le condizioni climatiche circa 1000 anni fa favorirono la nascita degli agrumeti e quindi la produzione di questi frutti di alta qualità. Il profumo e la fragranza degli Agrumi del Gargano sono un dono della natura incontaminata.


Come vedi il futuro dell’Oasi Agrumaria del Gargano?


Il futuro dell’Oasi Agrumaria del Gargano è nelle mani dei giovani e delle comunità cittadine dei paesi di Ischitella, Rodi Garganico e Vico del Gargano. E’ necessario continuare a valorizzarne i frutti, i loro buonissimi derivati e sostenere i giardinieri e i produttori locali. La collaborazione tra Slow Food, il Consorzio di Tutela e il Parco Nazionale del Gargano è cruciale per riuscire a mantenere viva questa tradizione e garantire che gli Agrumi del Gargano continuino ad essere uno dei simboli di biodiversità e di cultura del Gargano.


 

Ringraziamo Pio, che con un sorriso conclude il suo racconto, mentre il profumo degli agrumi ci accompagna fuori dal giardino, lasciandoci con la bella sensazione di aver scoperto un tesoro nascosto nel cuore del Gargano e d’Italia.

 

Un tesoro che avremo l’occasione di conoscere direttamente insieme a lui, ai giardinieri e ai produttori locali, grazie al viaggio Gargano: natura, gusto e tradizioni’.  Scopri il programma e parti con noi!

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